Il testo è quello della nuovissima versione italiana approvato lo scorso anno dalla Presidenza della Cei e confermato dalla Congregazione per il Culto Divino ela Disciplinadei Sacramenti, in forza del mandato speciale conferito da Benedetto XVI. Notevoli i miglioramenti offerti dalla revisione della traduzione italiana sulla base dei più accreditati testi critici nelle lingue bibliche originali e secondo i più recenti risultati dell’esegesi contemporanea. Così monsignor Giuseppe Betori, oggi arcivescovo di Firenze, ma che il 29 aprile scorso firmava la presentazione del volume quale Segretario generale della Cei. Aggiungendo un altro elemento di rilievo: “Correggendo anche inesattezze, incoerenze ed errori della traduzione del 1971-1974 si è cercato nel contempo di recuperare una maggiore consonanza con lo stile delle lingue originali, senza tuttavia compromettere l’intelligibilità del testo fin dal momento della lettura e dell’ascolto”. Quanto al resto spiccano in particolare l’attenzione alla corrispondenza ai testi sinottici e ai generi letterari, ma anche la ricerca costante di uniformità e continuità di vocabolario (che evita forme arcaiche del lessico e della sintassi).