Giovedì 12 maggio, nell’ambito del Salone del libro di Torino verrà presentanto il Sesto osservatorio UELCI sull’editoria religiosa in Italia, curato dal Consorzio per l’Editoria Cattolica (CEC) e dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) per conto dell’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (UELCI).
I bestseller tra gli autori religiosi? Sono pubblicati prevalentemente dai marchi dei grandi gruppi editoriali laici. È quanto emerge dai primi dati dell’Indagine: dei 53 autori di libri di argomento religioso più venduti nel 2015 il 23% è simultaneamente presente con più titoli nei cataloghi di case editrici laiche e cattoliche. Circa uno su quattro. Tuttavia se si analizza l’andamento degli ultimi tre anni, il fatturato dei titoli religiosi pubblicati dagli editori laici è calato del 23%, mentre quello degli editori confessionali è calato solo del 4%.
Non solo: nel 2015 tra i primi 30 editori «laici» per numero di titoli pubblicati di argomento religioso, il 32,5% sono editori self-publishing.
Sintomo di una trasformazione profonda che sta investendo il settore dell’editoria religiosa: dal mondo autoriale a quello della produzione e della distribuzione. Le case editrici che si muovono al di fuori del perimetro dell’editoria esclusivamente religiosa attraggono autori provenienti dal mondo religioso in cui sono nati oppure «li allevano» e li valorizzano al proprio interno?
Le ragioni? Sono molteplici: un cambiamento del pubblico (multiforme e curioso nella sua ricerca di spiritualità e senso della vita) a cui corrisponde il fatto che il «religioso» invade sempre più i territori del linguaggio pubblico, dallo scenario geopolitico a quello della bioetica e della famiglia. Merito anche di un pontificato che si rappresenta più con «gesti» che con libri.
Ma insieme ancora molte incertezze: se è forte la presenza di editori self-publishing nei titoli religiosi e se l’editoria religiosa laica perde molto più di quella confessione, significa che l’area del libro religioso manca ancora di una “gestione editoriale” consolidata e il tutto avviene ancora senza una programmazione stabile.
Sono questi i temi alla base del confronto in cui interverranno
Giovanni Cappelletto (direttore Centro Ambrosiano e presidente UELCI),
Pietro D’Amore (direttore editoriale Castelvecchi),
Simone Berlanda (direttore libreria Ancora di Trento),
Giovanni Peresson (responsabile del Centro Studi AIE),
coordinati da Giorgio Raccis (direttore CEC).
L’appuntamento è alle ore 14.00 presso la Sala Professionale del Padiglione 1.