Si svolgerà oggi alle ore 10.30 presso la sede dell’editore ITL-Centro Ambrosiano la conferenza stampa di presentazione del 4° Osservatorio sull’editoria religiosa in Italia. Nando Pagnoncelli parlerà dell’indagine IPSOS sugli atteggiamenti degli italiani verso la religione e l’editoria religiosa; Giovanni Peresson dell’Ufficio Studi di AIE farà il confronto tra il mercato dell’editoria cattolica e quello generale; Giorgio Raccis, direttore di Rebeccalibri, presenterà il Report del 2°Q 2014.
Di seguito il comunicato stampa rilasciato per l’occasione.
Come ogni anno gli editori cattolici si ritrovano per l’appuntamento con l’Osservatorio sull’editoria religiosa, giunto al suo quarto anno e promosso da UELCI (Unione editori e librai cattolici italiani). Senza timori e con coraggio, il mondo del libro cattolico (fatto di editori, librai e distributori) discute, analizza e valuta quanto sta accadendo nel mercato del libro religioso, senza nascondersi tutte le poste che sono in gioco. L’analisi diventa allora una fotografia della produzione religiosa dell’anno precedente integrata con il fatturato dei titoli pubblicati dagli editori cattolici.
Il mercato generale
Il mercato del libro in Italia perde 212 milioni di euro in tre anni con un decremento del 14,7%, le librerie online si assestano al 12% del mercato (al netto di Amazon) e gli e-book interessano almeno un milione di lettori.
Il libro religioso
I titoli religiosi pubblicati nel 2013 sono stati 5.798 con un incremento dell’8% negli ultimi quattro anni. La produzione occupa stabilmente, da più anni, il 6,5% del totale dei libri stampati e vede progressivamente crescere l’interesse degli editori laici che producono il 27% degli stessi titoli (pari a 1.616 titoli). Gli interessi dell’editoria laica per la religione si dirigono prevalentemente verso l’area riflessiva (religioni e storia in particolare), ma ormai anche aree come la pastorale e la spiritualità vengono sempre più frequentate dai nuovi editori (rispettivamente il 19% della Pastorale e il 29% della Spiritualità).
Il mercato trade vale circa 78 milioni di euro pari al 9% del mercato generale. Il punto forza di questo mercato è che perde meno (-12,5%) rispetto a quello generale (-14,7). In una situazione recessiva anche i singoli punti valgono fette di fatturato importante. Possiamo sostenere, senza timori di trionfalismo, che il linguaggio religioso intercetta la domanda di senso esistenziale che la nostra società formula con sempre maggior forza.
Anche il prezzo gioca un ruolo decisivo nella sfida alla crisi: il libro religioso costa, in media, il 19% in meno rispetto al libro di varia, all’interno di un trend costantemente in decremento e stabilmente deflattivo.
Le librerie e il libro religioso
Le librerie laiche si mostrano sempre più interessate al libro religioso, soprattutto le indipendenti. Certo le librerie sia laiche sia religiose chiudono (come accade a tutti gli altri comparti del commercio), ma quelle religiose rappresentano ancora il canale distributivo più importante.
Da segnalare che sono poi le librerie laiche a vendere la quota maggiore della produzione di editori cattolici nei ragazzi e nella varia adulti.
L’Indagine IPSOS: “Gli italiani e l’editoria religiosa”
Un primo rilevamento riguarda il tempo della lettura che, in Italia, cala sempre di più. Se la televisione mantiene ancora uno spazio importante all’interno dei consumi giornalieri (ma in calo del 2% dal 2005), a occupare sempre più gli interessi del tempo libero degli italiani è Internet. Continua il lento, ma progressivo incremento della penetrazione di Internet e sempre più diffuse sono le forme di fruizione attiva del web, come la partecipazione a blog, social network sociali e professionali, wiki e produzione di contenuti. Non è detto che questa tendenza porti alla morte del libro cartaceo, ma sicuramente gli scenari dei prossimi anni vedranno nuovi sviluppi negli stili di vita.
Per quanto riguarda la lettura dei libri religiosi il sondaggio IPSOS stima in un 11,5% (pari a circa 5,7 mln.) il numero di italiani maggiorenni che nel corso dell’ultimo anno hanno letto almeno un libro religioso. Rispetto al 2012 assistiamo a un calo del 2,2% per un ammontare di 1.194.000 lettori in meno.
Un’attenzione particolare va verso il profilo del lettore prevalente di questo segmento editoriale: donne, laureati, studenti, casalinghe, residenti nelle regioni del centro, cattolici praticanti impegnati in organizzazioni religiose o credenti in altre religioni. Sono persone di buona cultura, spesso impegnate nell’ambito ecclesiale. Si tratta quindi di un interlocutore pastorale molto importante e qualificato.
I libri religiosi letti nell’ultimo anno si assestano sui 10,5 milioni (3 inmeno rispetto al 2012). Un numero rispettabile e rappresentativo di un interesse sempre marcato degli italiani verso l’editoria religioso.
Il 35% dei nostri lettori dichiara di aver acquistato l’ultimo libro, il 24% invece lo aveva già in casa, il 18% lo ha ricevuto in prestito da qualcuno, il 15% lo ha ricevuto in regalo, il 5% lo ha preso in prestito da una biblioteca. Sale la quota di libri religiosi letti in formato digitale (e-book) che nel 2014 viene stimata nel 3,9% del totale (nel 2012 era il 2,3%).
Sale di ben 7 punti percentuali anche il sentimento di devozione che spinge alla lettura di un libro religioso (15%). Tuttavia sono l’approfondimento della fede e la ricerca culturale la motivazioni più rilevanti nello scegliere di dedicarsi alla lettura di un libro religioso.
Il sondaggio 2014 si è arricchito di alcune domande inerenti i contenuti dell’editoria cattolica, per verificarne la coerenza e la credibilità. Si evidenzia la corrispondenza tra i temi per i quali risulterebbe credibile l’opinione di una casa editrice religiosa e i temi che si desidera venissero trattati, in aggiunta a quelli riguardanti strettamente la fede. Sono temi prettamente sociali, legati all’esistenza (felicità, sofferenza, senso della vita…). I temi politici ed economici sembra non siano analizzabili in ottica religiosa, nonostante la crisi economica e i recenti cambiamenti nello scenario politico e nella relazione tra gli elettori e la rappresentanza suscitino numerosi interrogativi tra i cittadini, credenti e non.